Elogio di nulla (Louis Coquelet)
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Elogio di nulla (Louis Coquelet)


Nato nel 1676, morto nel 1754, autore di almanacchi, scritti satirici, noto per lo spirito fine e originale.

 

"Nulla è degno di lode in sé [...]. Nulla c'era prima d'ogni cominciamento. Quanto a eccellenza, Nulla è davvero ammirevole. Nulla come la Divinità può definirsi soltanto da sé. [...] Nulla è immutabile e indivisibile. Non si può aumentare né diminuire. Nulla aggiungete a Nulla, Nulla è quel che sempre otterrete. Nulla togliete a Nulla, Nulla è quel che sempre rimane. Nessuno è artefice di Nulla, e Nulla precede l'origine di tutto ciò che esiste in natura. Il sole così luminoso, gli astri così brillanti, le fonti amene, i prati ridenti, le pianure così gradevolmente variegate, i laghi, i mari, le montagne, le miniere dal prezioso segreto, tutto ciò è stato fatto dal Nulla. Nulla erano in origine le carni succose che mangiamo con tanta avidità, i vini deliziosi che beviamo con tale contentezza, i dolci frutti, i liquori eccellenti che ci deliziano. E ancora, i principi temibili che serviamo con tanto rispetto, le bellezze incantatrici che tanto ci compiacciamo a idolatrare, le tenere amiche di cui ci prendiamo tanta cura, provengono in linea diretta dal Nulla. Che dirvi di più? La nostra anima, gloriosa porzione della Divinità che con tanto vantaggio ci distingue dalle bestie, è stata creata dal Nulla. [...] Nulla si trova al tempo stesso ovunque e in nessun luogo. Un tempo il mondo è stato fatto dal Nulla ed è al Nulla che un giorno ritornerà. [...]
Passate in rivista tutte le scienze, tutte le arti, tutte le occupazioni, tutto quanto vi sia di più raro nel nostro vasto Universo e dopo un attento esame troverete che tutto conta meno di Nulla [...]. Il fatto è che i grandi vogliono sempre tutto o Nulla. Ma tutto in questo mondo perisce, e a Nulla si riduce. Nulla è il principio, lo sviluppo e la conclusione di ogni nostra vanità. È sempre costante, sempre uniforme, sempre se stesso; colma lo spirito e il corpo senza colmarli, li occupa senza occuparli; la sua sterilità è feconda e la sua fecondità è sterile. Nulla ha tanta magia da rendersi visibile ai ciechi e udibile ai sordi, poiché cosa vedono i ciechi, cosa sentono i sordi? Nulla. Cosa dicono i muti, che odora chi è privo di naso? Nulla. [...] Tutto questo agitarsi del mondo, dice un autore, nobile veneziano, tutto questo flusso e riflusso di popoli nelle città, tutta questa folla d'uomini, di donne, di bambini, di valletti che corrono come matti per le strade; tutta questa gente che si spintona, si batte, s'insulta, si saluta, si bacia; le carrozze che passano, i carichi che si trasportano, che si spingono, che si trainano, le case che cadono e che si tirano su, i palazzi che si edificano, il rumore delle armi, gli stridii e i clamori del popolino, e mille altre cose che saltano agli occhi, sono effetti e giochi da Nulla. [...]
Nulla, spesso, basta a renderci felici, poiché in fin dei conti cosa occorre per realizzare la propria contentezza? Nulla. [...] Pertanto rappresenta il culmine della saggezza sapere che Nulla è ciò che si apprezza e che si cerca con tanto ardore in questa vita, come il filosofo Biante, che gettò in mare tutto il suo oro e il suo argento per consacrarsi senza distrazioni alla contemplazione del cielo. E cosa credete che possedesse il grand'uomo che diceva ai suoi amici di portare con sé ogni ricchezza, omnia mecum porto? Nulla, certo. Nulla basta a rendere un uomo tranquillo e contento quant'altri mai. [...]
Come è certo che fuggiamo con ogni precauzione soprattutto chi di continuo pretende da noi qualcosa; così ci intratteniamo più volentieri con chi non ci domanda Nulla. Non c'è favore più prezioso, e per chiunque, perfino per i grandi signori, di quello fatto in cambio di Nulla. Nessuna passione lusinga un'anima bella quanto quella testimoniata con costanza senza voler obbligare la persona amata a promettere o concedere Nulla se non quando lo vorrà o le farà piacere [...].
Chi Nulla possiede è scevro di ogni timore, cura e inquietudine [...] Non si negherà dunque che chi Nulla possiede, [...] gode senza dubbio della più profonda serenità che si possa immaginare: gli basta Nulla, ed è il più ricco e il più felice di tutti: «Chi di Nulla nella vita si accontenta, possiede ogni cosa» (Boileau). [...]
Dirò ancora [...] che di Nulla si occupano teneramente quasi tutti gli innamorati; che Nulla è sufficiente a divertire i grandi uomini; che Nulla anima le nostre conversazioni, le quali Nulla contengono e per questo ci divertono in sommo grado; [...] che il frutto delle nostre notti insonni e dei nostri studi è meno di Nulla, come avvertì Socrate in persona: da gran filosofo qual era studiò per tutta la vita e fu giudicato come il più saggio dei mortali dall'Oracolo di Apollo, ma cosa sapeva, per sua stessa ammissione? Nulla. Hoc unum scio, quod nihil scio, una cosa sola so, quel che so è Nulla. Dirò ancora qualcosa di più forte: Nulla è Dio, Nulla è il Diavolo. [...]
Permettetemi soltanto, sul finire, di mettervi a parte di un enigma da Nulla [...]

Lettore, devo ancora nascere,
Ma se mi vuoi conoscere
Sono sotto, sono sù
Sfuggo a ogni comprendonio
Nella borsa son demonio
Se ci sono, non ci son più.
Sono lo scrigno del mondo
Di natura tanto fecondo
Che tutto è nato da me.
Sono vasto e inaccessibile
Sono il punto indivisibile.
Ricco rendo anche te.
D'ogni pena tutti sgravio
Resto intatto nel diluvio
Servo al cielo da sostegno
Son quanto uno sgherro rifiuta
Sono dell'ozio l'impegno
Questa è cosa risaputa".