Di primavera in barca sul fiume Ju-yeh (Chi-wu Ch’ien)
Richiamo del profondo sempre senza fine,
ecco io vengo, ti seguo senza meta.
È sera, il vento, un soffio, spinge la barca,
per fiorito sentiero entro nel fiume.
Al calar della notte volgo nella valle
dell’ovest,
chiuso dai monti, vedo in alto le stelle dell’orsa.
Dagli stagni fumose nebbie volano, s’addensano,
tra selve la luna discende, m’insegue.
Le cose del mondo vanno nell’eterno
fluire:
io voglio essere un vecchio che rimane a pescare.