La chiara comprensione nel guardare (Buddha)
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La chiara comprensione nel guardare (Buddha)


Il giovedì di questa settimana abbiamo letto il seguente brano tratto da un discorso del Buddha:

"Questo, dunque, monaci, è il modo in cui Nanda [un monaco di cui il Buddha sta elogiando lo zelo] vigila la porta dei sensi: se Nanda deve guardare in direzione dell'oriente lo fa soltanto dopo aver ben considerato ogni cosa nella sua mente: 'Mentre io sto così guardando verso oriente, la cupidigia e l'afflizione, o altre idee malvagie, non salutari, non entreranno nella mia mente?'. Così egli ha chiara comprensione.
Se deve guardare in direzione dell'occidente, del sud o del nord, lo fa soltanto dopo aver ben considerato ogni cosa nella sua mente: 'Mentre sto così guardando verso occidente, sud o nord, ecc. [come sopra]'. Così egli ha chiara comprensione.
[...] Con piena consapevolezza sorgono in Nanda le sensazioni, con piena consapevolezza continuano, con piena consapevolezza cessano. Con piena consapevolezza sorgono in Nanda le percezioni, con piena consapevolezza continuano, con piena consapevolezza cessano. Con piena consapevolezza sorgono in Nanda i pensieri, con piena consapevolezza continuano, con piena consapevolezza cessano. Questo, monaci, è la presenza mentale e la chiara comprensione di Nanda" (Anguttara Nikaya, VIII, 9).

Interessanti due aspetti in questo brano.
Primo. Il contatto con il mondo, l'essere esposto all'esterno non è vissuto da Nanda come una negazione del suo essere 'dentro', non è considerato cioè come limitante rispetto alla propria osservazione. La consapevolezza di Nanda è bidirezionale: consapevole del mondo - guarda - e consapevole del suo stato interno - considera cioè la presenza o meno di stati non salutari in lui. Sottolineiamo anche il fatto che non c'è nella pratica di Nanda una negazione, un'ostilità, una contrapposizione rispetto alle eventuali idee negative, ma solo una presa di coscienza rispetto ad esse. La consapevolezza, di per se stessa, le acquieta.
Secondo punto. È ciò che è proprio della pratica meditativa. Consapevolezza dei pensieri, delle percezioni e delle sensazioni: nel loro sorgere, nel loro perdurare, nel loro terminare.

Abbiamo iniziato con la consapevolezza del respiro.
Camminata.
Consapevolezza in piedi.
Da seduti, screening del corpo dalla testa ai piedi, soffermandosi sulle tensioni e svuotandole attraverso lo strumento della consapevolezza e - parallelamente - mantenimento della retta postura attraverso l'osservazione degli aspetti che la costituiscono: spalle allineate, mento in dentro, terza vertebra allineata con le altre, respirazione addominale, ecc.
Zazen.

A conclusione della lezione del lunedì abbiamo letto e commentato un altro brano tratto dal Denkoroku (clicca qui).