Io non mi fido di chi non ha l'olfatto
di chi se ne sta buono con l'albero magique.
Di chi può ingurgitare orribili sapori,
e non in quanto orribili, ma perchè insapori.
Non mi fido di chi subisce senza
farci caso l'atrocità di inutili
rumori, o di chi al tocco scambia
la canapa col raso. Non mi fido
di chi non vede quanto è brutta Roma
a altezza d'uomo, né di chiunque monco
dei suoi residui sensi, si affida fiacco
a preordinati assensi.
Per quanto io li senta vacillanti,
spersi e sfiniti da un sempre più perfetto
dispositivo il cui unico scopo
è renderli inattivi, io li ringrazio
se ancora mi forniscono
ripulse e inclinazioni:in queste io confido
se voglio riconoscere ciò che mi è dolce patria
fra tutto quello cha da lei mi espatria,
che della sua esistenza, per quanto
intermittente, non ho altra garanzia.