Questa solitudine di cateratte (Wallace Stevens)
Non sentì mai due volte uguale per il fiume maculato,
Che scorreva e mai due volte uguale, traversando
Molti luoghi, come stesse fisso in uno,
Fermo come un lago su cui volassero le anatre,
Turbando i suoi soliti riflessi, monadnock di pensieri.
Pareva che un'apostrofe aleggiasse impronunciata.
C'era tanto di quel reale che non era reale affatto.
Voleva sentire ancora e ancora uguale.
Voleva che il fiume continuasse a scorrere uguale,
Che scorresse. Voleva camminarci accanto,
Fra i platani, sotto una luna inchiodata salda.
Voleva che il cuore smettesse di battere e la mente
S'arrestasse in una percezione duratura, senz'anatre,
O montagne che non erano montagne, tanto per sapere
Com'era; che cosa si sentiva, liberi dalla distruzione,
A essere uomini di bronzo vivi sotto la volta
D'arcaico lapislazzulo, senza l'oscillazione del traffico
Planetario, vivi di vita bronzea al centro azzurro del tempo.