All'inizio della lezione abbiamo letto una poesia:
"Nel fondo stesso, a cui volevo solo attingere
acqua con la mia brocca, ormai da tempo alle pupille
aderisce splendore... Tante le mie scoperte
quante mai fino a ora!
Qui, riflesso dal pozzo, scopersi in me tanto vuoto.
Che sollievo! Interamente non saprò in me trasportarti,
ma voglio che tu resti, come nello specchio del pozzo
restano foghe e fiori colti dall’alto,
dallo sguardo degli occhi stupefatti
- occhi più luminosi che tristi".
Una poesia sulla bellezza estatica della natura, nella
quale ci si scopre autenticamente vuoti, stupefatti e luminosi. È una poesia del
1950, di un allora giovane sacerdote che nel '78 sarà eletto Papa.
Abbiamo iniziato con la consapevolezza
del respiro.
Poi la camminata.
Successivamente abbiamo continuato con la camminata in consapevolezza, con gli
occhi chiusi.
L'esercizio in piedi, fermi.
La pratica, da seduti, della consapevolezza nell'udito.
Dopodiché la consapevolezza a 360 gradi.
In ultimo, sempre stando seduti e facendo uno screening dalla testa (fronte,
occhi, guance, labbra, ...) fino alle estremità delle gambe, osserviamo il
nostro corpo, le sue contrazioni, e abbandoniamo il superfluo. Arrivati alle
dita dei piedi, ricominciamo dalla testa, e così via.
Al termine della lezione abbiamo
continuato il commento della ricerca del toro (clicca qui).