Se mai leggero e frusciante qualcosa ti è intorno
come a quel muro questo splendore di glicini,
allora è il tempo di quella tristezza
che tu ricco non sia e inesauribile,
non come il fiore né come la luce:
che viene in raggi e venendo si muta
e intorno a forme simili agisce
che solo quell’unica ebbrezza ha intessuto,
quell’unica
seta sulla quale riposano
le cose così immobili e illese,
tracciano il limite, reggono le ore
e nulla fanno in quella tristezza.