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"L'inesorabile rumore della psiche, che non è mai in silenzio" (María Zambrano)
"Basta [...] restare quieti [...] per ascoltare l'inesorabile rumore della psiche, che non è mai in silenzio. Non parliamo dell'anima, che invece può essere taciturna e addirittura fonte di silenzio, luogo di per sé capace di generare un silenzio: un tempo e uno spazio propri. Così di fronte alla vita, tutto, anche ciò che è privo di coscienza, appare [...] duale: l'unità si scinde quasi immediatamente e non si lascia quasi più percepire, se non in momenti privilegiati; la dualità la occulta e la soppianta fin dalle origini di questo modo di essere [...]. A volta l'Aurora di questo essere, l'essere a cui il cuore non rinuncia, e di fronte a cui la ragione stessa depone le armi, appare per un istante in una infima pozza d'acqua, nel riflesso di un ramo appena germogliato, nel va e vieni di un vento che non muove nulla; nel movimento che è insieme quiete [...]. E così l'amore [...] continua a impregnare tutto, ad avvolgere tutto in un aroma a volta lieve ma indelebile. [...]. L'Aurora, mai del tutto visibile in nessun luogo dell'universo, ma sempre presente nella più cieca oscurità. E il rumore [...], il rumore è già suono [...]: frammenti di qualcosa che emana dalla luce iniziale e insieme dal suono primordiale [...]. Dunque quel rumore apparentemente amorfo che non dà tregua alla psiche - pur così incline al riposo e al sogno - la mantiene sveglia, viva, anelante; perché anche dalla sua prospettiva vivere è anelare senza fine. [...] Che cosa, se non quel rumore della psiche, risveglia in realtà colui che sogna felice, colui che vede o intravede il proprio destino, o lo trascende vedendo oltre? Molte volte chi subisce questo evento lo attribuisce per errore alla più piccola minuzia quotidiana che insorge come una improvvisa tormenta, o a una inquietudine del cuore [...]. La psiche si fa discepola e si addormenta, per quanto rumore ci sia intorno; si addormenta nel mezzo di una tempesta [...]. La psiche diventa ipersensibile, assorbe il proprio rumore, e tutto tace. Non rumoreggia più la psiche; placidamente si avvolge in se stessa per risvegliarsi, [...] in una situazione imprevedibile, imprevista, inedita" (pp. 23-26).
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