Il giovedì di questa settimana abbiamo iniziato a leggere
qualcosa di Osho Rajneesh:
"Esistono due tipi di persone. Una continua a lottare coi
sensi: come uccidere il corpo, come non gioire attraverso il corpo; come non
cadere innamorati, come non mangiare con gusto... queste persone continuano a
lottare contro i loro sensi, e diventano grandi asceti. Di fondo, essi sono
masochisti, si divertono a storpiare se stessi. Ma la società tributa loro
grande rispetto, e quel rispetto diventa una forte lusinga.
Essi vengono ritenuti grandi uomini, perché non si preoccupano dei loro sensi.
Ma non possono essere tanto 'grandi', perché i sensi sono le porte per
incontrare l'infinito che ti circonda. I sensi sono le porte: attraverso loro,
l'infinito entra in te, e tu entri nell'infinito.
Quelle persone continuano a chiudere le loro porte. E quindi, le loro case, i
loro corpi, diventano prigioni, ed esse soffrono. E più esse soffrono, più sono
rispettate e adorate, perché la gente pensa che abbiano fatto qualcosa di
miracoloso, pensa che abbiano trasceso il corpo.
Non è affatto necessario trascendere il corpo. La sola cosa è che il corpo deve
funzionare nel giusto modo, alla perfezione. È un'arte, non si tratta di
austerità. Non si tratta di privazioni: non si deve lottare contro il corpo, lo
si deve semplicemente comprendere. E il corpo è così saggio... è più saggio
della mente, ricordalo, perché esso esiste da un tempo più lungo. La mente è
sorta da pochissimo, è solo un bambino.
[...]
Se ascolti i sensi, diventi semplice. Certo, nessuno ti darà alcun rispetto;
tutti diranno che sei un uomo sensuale... e un uomo sensuale è più vivo di un
uomo che non lo è. Ma a nessuno interessa la vita; tutto sono interessati solo a
qualcosa di morto che possa essere adorato.
[...]
Ascolta il corpo, perché tu sei qui per goderti questo momento, che ti è stato
dato: questo momento estremamente colmo di grazia, questa beatitudine che ti sta
accadendo. Tu sei vivo, consapevole... in un mondo infinitamente vasto!" (da
Il libro del nulla, p. 162 e pp. 164-165).
Abbiamo iniziato con la consapevolezza del respiro.
Poi la camminata.
Successivamente, da seduti, la consapevolezza centrata su di sé.
Sempre da seduti, l'osservazione e l'abbandono delle tensioni accumulate nel
corpo.
Infine: zazen.
A conclusione della lezione del lunedì
abbiamo continuato la nostra lettura e commento di brani tratti dallo
Shobogenzo (clicca
qui).