"Se tu mi percepisci, te stesso percepisci" (Muhammad  Ibn al-'Arabi)
la meditazione come via
tra vipassana e zazen




 

home

presentazione

meditare

le lezioni

buddhismo

zen

tantra

gli esercizi

testi

poesie

bibliografia

insegnante

dizionario zen

stampa

cerca nel sito

email

seminari

newsletter


 


 

"Se tu mi percepisci, te stesso percepisci" (Muhammad  Ibn al-'Arabi)


 

Un corpo in ascolto che percepisce è nell'esperienza del sacro, sacro che affiora allora nel mio sentire le cose ordinarie. È la religiosità del quotidiano: le cose sono la lingua con la quale il sacro parla.

Ma perché questo corpo sia un corpo in ascolto è necessario che abbandoni la sua tendenza appropriativa nel suo percepire: questo percepire non è il percepire che si presenta come mio, non è il prodotto del mio fare, della mia volontà di autodeterminazione. Perché io possa ascoltare la lingua del sacro, questa tendenza deve cessare di parlare.

È un lasciare che emerga questo sentire il quale inonda vastamente il mio io che era a comando della percezione. Allora non vi è più “io percepisco”, ma “la percezione si manifesta”.

Qui Muhammad  Ibn al-'Arabi, nel suo linguaggio monoteista, islamico, sufi tocca questa verità:

 

Ascolta, Amato mio!
Io sono la realtà del mondo, centro e circonferenza, 
Sono la parte e il tutto.
[...]
In Te creai la percezione perché potessi Io percepirmi.

Se tu mi percepisci, te stesso percepisci.
Ma non potresti percepirmi mediante te stesso. 
Col mio sguardo mi vedi e al contempo ti vedi,
Non col tuo sguardo sapresti percepirmi.

Amato! 
Quante volte ti ho chiamato, e tu non mi udivi.
Quante volte a te mi sono mostrato, e tu non mi vedevi.
Quante volte fino a te affluivo, e tu non mi avvertivi.
Nutrimento succulento, e tu non mi gustavi.
Perché non puoi raggiungermi mediante quel che tocchi?, 
Perché non mi respiri nell'odorare i profumi nell'aria?
Perché non mi vedi guardando le figure? Perché non mi senti quando ascolti i suoni?
[...]

Perditi in me, in me soltanto.
Legati a me,
Perché niente più di me ti è intimo.
T'amano gli altri solo per se stessi,
Mentre io t'amo per te.
E tu fuggi lontano.