"La consapevolezza è in realtà la nostra presenza
essenziale" (A.H. Almaas)
Abbiamo letto a lezione ancora alcuni brani tratti da La pratica della
presenza di A.H. Almaas:
"Non fate nulla ad alcunché, limitatevi a essere presenti e
consapevoli, e qualunque ostacolo esistente si dissolverà per rivelare la sua
vera Natura. Se per esempio provate un'emozione, fino in fondo, senza
aggiungervi niente, essa si trasformerà per rivelare la sua vera condizione, che
è la vostra vera Natura secondo una certa qualità. [...]
Ma tale trasformazione diretta può accadere solamente se siamo già presenti e
consapevoli, del tutto in contatto con quel che siamo. [...]
Si deve inoltre comprendere che un'emozione non è semplicemente una reazione a
qualsiasi cosa accada nella situazione attuale. Essa ha di solito una lunga
storia. Se la accettate, comincerà a rivelare quella storia e le implicazioni
connesse. Così, sebbene la vera Natura sia sempre presente, la barriera
infinitamente sottile che la separa dalla realtà emotiva può contenere centinaia
di strati storici che offuscano la verità. Di conseguenza, la realizzazione
della vera Natura è un processo graduale. [...]
La pratica dovrà perciò consistere nell'essere sempre presenti, consapevoli di
qualsiasi cosa emerga, senza manipolarla, senza far nulla [...].
Quando dico 'presenti e consapevoli', intendo «presenti a quello di cui siete
consapevoli», il che significa che non solo lo notate ma siete anche in contatto
con esso; lo toccate, lo sentite [...]. La presenza apporta quindi la qualità
dell'immediatezza della consapevolezza, la qual cosa implica intimità tra
la consapevolezza e quello di cui siamo consapevoli. [...]
Se avremo quel tipo di consapevolezza, ci renderemo conto che essere consapevoli
di qualcosa non è soltanto una funzione o una capacità: la consapevolezza è
in realtà la nostra presenza essenziale, la nostra sostanzialità, il nostro
essere qui. [...]
L'intera vera Natura è una presenza unificata e lo stesso dicasi per la
consapevolezza. Vera Natura e consapevolezza sono inseparabili [...].
Alla pari della vera Natura, la presenza è indivisibile, [...] quando siamo
davvero noi stessi, ci sentiamo unificati. Siamo integri, indivisibili, non ci
sono opposizioni o scissioni, né parti contrastanti. [...]
L'interferenza con l'esperienza implica sempre una scissione: intromettendoci,
ci suddividiamo in parti. Ci sono dunque, ad esempio, io che interferisco con la
mia paura, o col mio amore. [...]
Quando non siamo permeati dalla nostra vera Natura, abbiamo la tendenza a
opporci a qualsiasi cosa crediamo minacciosa o discutibile, e a rifiutarla.
[...] Non vogliamo sentirla, perlomeno non completamente. [...]
Facciamo resistenza. [...]
E quando lo facciamo, essere presenti diventa molto difficile. Come potremo
essere lì, essere noi stessi, se combattiamo una parte della nostra esperienza?"
(pp. 43-46).