Io (Adam Zagajewski)
la meditazione come via
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Io (Adam Zagajewski)


È piccolo e invisibile come i grilli
ad agosto. Come tutti i nani ama
agghindarsi e cambiarsi. Abita tra
blocchi di granito, in mezzo a verità
utili. Riesce a stare persino sotto
un cerotto, o una benda. Non lo troveranno
i doganieri e neppure i loro superbi cani. L'io
si nasconde tra gli inni e i partiti.
Pernotta sulle Montagne Rocciose del cranio.
Eterno fuggiasco. È me, io
sono in lui nell'inquieta speranza di aver
trovato infine un amico. Ma egli
è solitario, così diffidente da non
ricevere nessuno, me compreso.
Agli eventi storici aderisce
come l'acqua a un bicchiere. Anche una brocca neolitica
potrebbe contenerlo.
È insaziabile, vuole nuotare
negli acquedotti, ha fame di recipienti sempre nuovi,
gradirebbe uno spazio senza pareti,
vorrebbe dissolversi, dissolvere. Poi svanisce,
come la sete, e nel silenzio di una notte
di agosto si sentono solo i grilli
che parlano pazienti con le stelle.